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Rutilio Muti 04/09/1904 - 14/12/1995

"Professore, vorrei dipingere anch'io"

Rutilio Muti

 

 

 

Rutilio Muti nasce a Vicchio di Mugello (Firenze) il quattro settembre 1904, figlio di Fortunato, muratore, ed Enrichetta, massaia.

Rutilio Muti è il primo vero discepolo che Rontini incontrerà sul suo cammino, seguiranno poi Armeno Mattioli ed il figlio Giulio (Giulio da Vicchio).
Mio padre aveva una lunga amicizia con Rutilio; molti sono i quadri visti nascere e svelati direttamente dal cavalletto del Muti. Rutilio rappresentava, quindi, non solo un pittore ma un amico, come dimostrano anche le numerose cartoline ed inviti che il Muti spediva al conterraneo Barletti. Anche io ho avuto la fortuna di conoscerlo nella mia infanzia ed adolescenza, come Giulio da Vicchio e Armeno. Prima l’infermità poi la morte del pittore furono sentiti in famiglia come la perdita di un caro amico.
Una piccola curiosità: quando guardate un suo quadro del Mugello fate attenzione, molto probabilmente noterete da qualche parte, magari piccolo piccolo e non ben definito, dipinto un fumo che si alza da qualche bosco, radura, campo o comignolo. “In Mugello c’è sempre un fuoco da qualche parte.” Diceva il Rutilio a mio babbo, e pertanto in molti dei suoi quadri lo dipingeva. Oggigiorno il Mugello è cambiato, per fortuna il progresso ha portato nuovi stili di vita e comodità, pertanto di carbonaie attive, di fuochi nei campi, di camini a legna ce ne sono sempre meno…ma ciononostante, se abitate da queste parti e fate attenzioni prima o poi dal panorama si scorge un flebile fumo che si alza da qualche parte ed allora la mente torna a Rutilio muti.


Rutilio Muti nasce a Vicchio di Mugello (Firenze) il quattro settembre 1904, figlio di Fortunato, muratore, ed Enrichetta, massaia.

Completate le elementari andò ad aiutare il babbo come manovale, primo passo per imparare il mestiere di muratore. Nonostante quest'inizio non propriamente da pittore, il Muti mostrò sin dalla giovinezza un certo e non nascosto amore per il disegno; anche sul lavoro emerse ben presto la passione artistica pittorica, affiancando al mestiere di muratore quello di imbianchino decoratore. Il lavoro di decoratore lo faceva scendere anche a Firenze e spesso ritornava a casa con un po' di schizzi e appunti di quel monumento, o di quella veduta, o di quella piazza che lo avevano attirato, come prima avevano fatto ben più celebri artisti e pensatori toscani e non. Rutilio era un pittore, istintivamente pittore, mancava solo il passo, l'occasione per diventarlo concretamente. Il Signor Gengaroli da Genova, che aveva visto il lavoro di decoratore di Rutilio, fu forse la spinta definitiva, spronando il Muti ad iniziare a dipingere.

Rutilio raccontava che l'anno di inizio della sua attività pittorica fu il 1925, con un ritratto di Gengaroli e un panorama di Vicchio. Ma sarà il 1928 a segnare la vera e significativa svolta quando, lungo la Sieve, Rutilio trovò seduto al suo cavalletto Ferruccio Rontini...tutto del quadro che Rontini creava colpiva fortemente Rutilio, l'energia ed al contempo la sobrietà del quadro del grande maestro, furono l'onda che scosse il Muti che finalmente aveva trovato chi poteva farlo diventare ciò che desiderava, ciò che era: un pittore. Rutilio pronunciò la frase che avrebbe segnato definitivamente la sua vita: "Professore, vorrei dipingere anch'io"

Da quell'incontro fortuito nacque una lunga e duratura amicizia tra il maestro ed il suo allievo, una profonda intesa che andava ben oltre il puro legame che si instaura tra un discepolo ed il proprio insegnante, amicizia che andava oltre la sola attività pittorica svolta in comune.

Da Rontini Rutilio apprese i fondamenti della tecnica e le astuzie, inoltre col suo aiuto e la sua presentazione dal 1929 iniziarono le prime vere mostre delle opere di Rutilio; sopratutto si deve ricordare la monografica del 1930 a Firenze (Galleria Materazzi) che riscosse notevole successo: quasi tutte le opere del pittore andarono vendute.

 

Rutilio Muti, olio su tavola, 42x21 cm; firmato in basso a destra e sul retro. Sul retro appunto firmato a data 1971 con indicato:

"Questo quadro è stato fatto DA ME agli inizi. - verso il 1930 insieme al Pittore Ferruccio Rontini"

collezione Barletti

Rutilio Muti, olio su tavola, 42x21, circa 1930 - Collezione Barletti

 

La decade 1930 - 1940 vede Muti seguire Rontini in giro per l'Italia a dipingere e vendere le proprie opere. Tra le varie località toccate da questo tour non poteva mancare come ovvio la Livorno del Rontini, dove il Professore poté far conoscere all'allievo il Gruppo Labronico. Sono prevalentemente di quest'epoca (sopratutto del 1933) i quadri delle zone di Calambrone, Ardenza, Quercianella e aree limitrofe, talora definite dai galleristi e commercianti come "maremme"; di questa decade sono anche pitture in un originale divisionismo, forse figlie degli incontri con Plinio Nomellini anche se vi si riscontrano forti similitudini con Segantini.
Bisogna però segnalare un dato di fatto molto importante: se si esclude il grande maestro ed amico Ferruccio Rontini, la cui amicizia andava oltre la passione pittorica, Rutilio non legherà mai con gli altri rappresentanti del Gruppo Labronico, Rutilio non né farà parte e l’esperienza livornese, comunque importante e formativa, terminerà ben presto. Già nel 1934 Muti rientra nel suo Mugello.
Muti non è quindi un pittore “labronico”; ha un maestro ed amico labronico, viaggia, vede, dipinge, conosce Livorno, le sue zone ed i suoi pittori, ma non diverrà mai un “pittore labronico”. Questa è una scelta profonda e, con molta probabilità, istintiva del pittore. Rutilio rappresenta forse il primo vero e completo artista prettamente mugellano del novecento; il legame con la propria terra non cesserà mai, se non con la morte; la passione, lo stile tutto personale del Muti, anche se fortemente legato a quello di Rontini, trovano negli scorci del suo Mugello, nella sua gente, tutto ciò che un pittore come Muti può desiderare. Rutilio viaggerà e dipingerà altre zone, con ottime ed eccellenti opere, ma in definitiva i suoi quadri principali sono dipinti nel Mugello, sul Mugello e per il Mugello.
Altre due date fondamentali per Muti sono il 1936, l’anno in cui sposa Annunziata Giustini da cui avrà tre figli, ed il 1953 anno della morte della moglie. Il dolore per la morte di Annunziata sarà un colpo veramente duro per il pittore, rimasto inoltre solo a tirar su tre figlioli; la pittura contribuirà sostanzialmente ad aiutare il Muti a resistere a questo duro e triste periodo della sua vita.

 

Rutilio Muti "Ponte a Vicchio", olio su tavole, 95x95cm; firmato in basso a destra, XX anno dell'Era Fascista (1942).

Superbo capolavoro del periodo iniziale, notevole l'espressione cromatica delle nuvole

collezione Barletti

Rutilio Muti, "Ponte a Vicchio", olio su tavola, 95x95 cm, 1942 - Collezione Barletti

 


Negli anni sessanta lo troviamo a Venezia e Marina di Ravenna, con opere egregie. I quadri del “periodo veneziano” dimostrano tutta la capacità del pittore di saper interpretare, con la suo personalissima pittura, anche altre zone fuori dal Mugello anche se, come già detto, è nella terra natia che il pittore ci regalerà i maggiori capolavori.
Da ricordare anche il 1966, la rovinosa alluvione di Firenze. Un bella mostra del pittore tenuta alla “Casa di Dante” fu infatti alluvionata , con la distruzione di diverse opere.
Rutilio non ha frequentato l’Accademia, non ha svolto un ciclo di studio specifico e formativo, quello che sa l’ha appreso da solo o da Rontini. Molti altri pittori si sarebbero “limitati” nei propri “esperimenti” artistici, date le limitazioni
Nonostante queste limitazioni di base il Muti vuole provare nuove tecniche, superare la propria pittura. Ad oltre settanta anni ritorna ad utilizzare una tecnica personale molto prossima al divisionismo caratterizzata da grandi macchie di colore, schietto e vivo; i soggetti sono prettamente mugellani, ma dalle colorazioni e dai giochi di luce irreali e di forte impatto visivo.
La pittura per Rutilio fu sempre una grande passione, se non la stessa idea di passione, continuerà a dipingere sino al 1993 quando sarà bloccato da un grave ictus poco dopo il termine della sua ultima opera (“Il Cistio”). Dopo due lunghi anni di infermità morirà il 14 dicembre del 1995.

 

Una delle tante cartoline ricevute da mio padre Gino Barletti dal maestro ed amico Rutilio Muti

cartolina di Muti a Barletti

 

Gino Barletti e Rutilio Muti alla monografica di Galleria Spineti - Firenze 12/10/1972

Gino Barletti e Rutilio Muti alla monografica di Galleria Spinetti

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